Telephone+39 0376 391192

31 marzo 2025

Produzione e riciclo di imballaggi in plastica: a che punto siamo?

Facciamo il punto della situazione su un’attività fondamentale per l’ambiente

Ancora nel 2025, la plastica è fondamentale e spesso insostituibile in molti comparti industriali, e in particolare per quanto riguarda i packaging, per le proprietà che ne garantiscono economia di scala, igiene, sicurezza, versatilità. Alla luce della sempre maggiore attenzione posta alla sostenibilità delle scelte che vengono fatte, sia in ambito industriale che privato, la plastica è “tornata alla ribalta”, spesso additata come fonte di inquinamento e consumo di risorse ambientali. Questo è vero però solo nel caso in cui se ne faccia un utilizzo sconsiderato o venga smaltita in modo non corretto - fattore valido quindi per la maggior parte delle materie prime.

Vietare l’uso o la produzione di plastica sarebbe anacronistico e, allo stato dell’arte, impraticabile. Occorre piuttosto trovare il giusto equilibrio tra necessità e tutela, attraverso la raccolta differenziata e il riciclo. Il polietilene, infatti, è altamente riciclabile e permette di evitare di utilizzare e consumare nuove risorse se viene adeguatamente raccolto e riciclato.


Il PE riciclato è una risorsa fondamentale per ridurre l'impatto ambientale e i problemi legati allo smaltimento dei rifiuti plastici, promuovendo la transizione verso un’economia circolare, dove i materiali vengano riutilizzati in modo efficiente.

Quanta plastica viene prodotta in Italia?

In Italia circa 5mila aziende lavorano la plastica, generando un indotto da 15 miliardi di euro l’anno e centinaia di migliaia di posti di lavoro. Il settore del riciclo, a sua volta, coinvolge oltre 350 aziende, inclusi raccoglitori e selezionatori di rifiuti e scarti industriali, per un dato volumetrico complessivo di oltre 2,5 milioni di tonnellate.


Sono in costante crescita anche i produttori di materie prime secondarie, anche grazie al supporto dato dai fondi derivati dal PNRR - se si considerano le aziende che, dal riciclo, producono MPS, se ne contano almeno 200, con un volume complessivo pari a circa 1,3 milioni di tonnellate. COREPLA (Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Plastica) è il consorzio che raggruppa il maggior numero di soggetti e garantisce la maggior quota di riciclo.

In Italia vengono trasformati circa 6 milioni di tonnellate di polimeri (per essere precisi, 5,8). Per quanto riguarda invece gli imballaggi – quelli che vengono poi raccolti e riciclati – immettiamo sul mercato circa 2,3 milioni di tonnellate. Queste sono utilizzate per realizzare una grande varietà di imballaggi:

  • flessibili: film estensibile, pellicole, sacchetti, shopper, buste;
  • rigidi: bottiglie, flaconi, vaschette, barattoli;
  • imballaggi di protezione e trasporto come pallet, fusti, cassette, cestelli, secchi.

A che punto siamo con il riciclo?

L’aspetto indubbiamente positivo è che il riciclo della plastica, e in particolare degli imballaggi, continua a crescere in Italia.
Tra le varie tipologie di rifiuti da imballaggio - acciaio, alluminio, carta, legno, plastica, vetro - la plastica è quella che ha il valore più elevato come percentuale di recupero. Come riporta Plastix, “nel quinquennio 2017-2021 la percentuale di rifiuti da imballaggio in plastica, raccolti e recuperati, è cresciuta, passando dall’81,8% (nel 2017) al 96,3% del totale immesso al consumo”.


Per quanto riguarda gli imballaggi in generale, e quindi di qualsiasi materiale, il CONAI certifica che nel 2023 è stato avviato a riciclo il 75,3% dei rifiuti da imballaggio - l’anno precedente era il 71%. Il riciclo degli imballaggi si conferma quindi un settore di enorme rilevanza per la transizione all’economia circolare: il 40% della plastica e il 50% della carta usati nell’UE sono destinati agli imballaggi. Rappresentano oltre un terzo dei rifiuti solidi urbani.


E la plastica, nello specifico? I dati ISPRA sulla raccolta differenziata in Italia ci dicono che il Belpaese è secondo in Europa per milioni di tonnellate di plastica raccolte (1,7). Secondo CONAI, nel 2022, sui 2,3 milioni di tonnellate di imballaggi immessi al consumo ne vengono avviati a riciclo 1,26 milioni, ovvero il 55,6%. Nel 2023 la sola COREPLA ha raccolto 1.160.730 tonnellate di imballaggi in plastica. Il dato relativo alle quantità raccolte in rapporto al numero di abitanti serviti nel 2023 ha raggiunto i 25 kg per abitante.

È sufficiente?

L’Italia è a buon punto nella gestione del riciclo e della raccolta differenziata; affermazione che pare particolarmente vera in riferimento alla plastica. Quindi sì, facciamo meglio di altri; ma è abbastanza per raggiungere gli obiettivi prefissati?

Come abbiamo visto, ricicliamo circa il 55,6% degli imballaggi in plastica; questo ci pone come leader tra i paesi UE e in anticipo sul target previsto per il 2025 del 50%, mentre la media europea è ferma sotto il 40%. Tuttavia, prima di essere sicuri, dobbiamo fare i conti con l’introduzione di una nuova metodologia di calcolo. Occorre infatti far notare che l’avvio a riciclo non è il riciclo. Quello che entra nell’impianto è infatti sempre di più rispetto a quello che esce.

L’Europa, con la nuova Direttiva sugli imballaggi, modifica i metodi di conteggio, tenendo conto solo dei rifiuti che entrano negli impianti per essere veramente riciclati in nuovi prodotti o sostanze, senza includere utilizzi diversi. Le nuove percentuali terranno conto di un “processo effettivo di recupero o riciclo”, come stabilito dalla Decisione di esecuzione 2019/665. Questo metodo comporterebbe, secondo l’ISPRA, un taglio dell’8% dei livelli di riciclo comunicati, portando l’Italia al 47%, quindi ancora distante dal target. In ogni caso, è evidente, c’è ancora molto da fare.

Una gestione più responsabile della plastica coinvolge tutti

Il riciclo della plastica, grazie alle tecnologie di riciclo oggi a disposizione, permette di ottenere materia prima secondaria (MPS) con caratteristiche pressoché equivalenti al polimero vergine. Investire nei processi di recupero degli imballaggi e nel loro riciclo è un gesto di buon senso, di responsabilità sociale, di attenzione all’ambiente e alle generazioni future. È un’attività industriale ma che ha precise connotazioni di lungimiranza politica. Ed è anche economicamente vantaggioso.


Come riporta proprio COREPLA, “per fare in modo che si possano riciclare anche gli imballaggi che oggi sono destinati al recupero energetico (e, in minima percentuale a discarica) è indispensabile investire in Ricerca e Sviluppo”. In genere, si può lavorare in due direzioni:

  • progettare e costruire imballaggi che possano essere riciclati con le tecnologie disponibili, quindi lavorare a monte del sistema produttivo per prevenire e predisporre imballaggi che siano già pensati per essere riciclati;
  • ideare e rendere operative nuove tecniche di riciclo.

Investendo poi in campagne mirate di sensibilizzazione sull’importanza del riciclo e della raccolta differenziata e la predisposizione di adeguate strategie di raccolta e centri di smistamento/riciclo. Perché, in termini di riuso, riciclo e lotta allo spreco, è possibile intervenire a qualsiasi livello della catena, dal produttore al consumatore.


Con la plastica riciclata possiamo poi realizzare quasi tutto
. I campi di applicazione sono vari e dipendono dal tipo di polimero, dalle sue caratteristiche fisico-meccaniche e in alcuni casi dalle normative. In particolare, le materie prime secondarie a matrice poliolefinica (HDPE, LDPE e PP) trovano grande impiego in settori come edilizia, arredamento, automotive, agricoltura… e nuovi imballaggi.

Plastisac Green: l’impegno per un’economia circolare

Plastisac da sempre si impegna nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni più sostenibili, affiancando all’offerta di imballaggi in polietilene realizzati con materia prima vergine una vasta gamma di prodotti derivanti da plastica post consumo. L'azienda ha consolidato infatti la propria partnership con un consorzio per la raccolta e la gestione degli imballaggi in polietilene su tutto il territorio nazionale, così da promuovere una raccolta efficace dei rifiuti e incentivare la creazione di filiere virtuose per il riciclo dei materiali plastici.


Gli imballaggi prodotti da Plastisac con plastica post consumo vengono realizzati utilizzando granuli derivanti dal riciclo di imballaggi flessibili come sacchetti, buste, film da imballo e teli da copertura. In questo modo, per particolari tipologie di produzione è possibile ridurre di molto l'impatto ambientale dei prodotti forniti.


E c’è di più: Plastisac Green. Più di un servizio, è un vero manifesto della volontà dell’azienda di creare un ecosistema più sostenibile, dal punto di vista sociale, ambientale, economico. Secondo i principi di questo “manifesto”, Plastisac promuove lo sviluppo di filiere virtuose nella gestione dei rifiuti, riduce le emissioni di CO2, sfrutta energie rinnovabili nei processi di produzione e spinge verso la realizzazione di un sistema di economia circolare che punti anche a ottimizzare la supply chain.


Se vuoi saperne di più
sull’impegno assunto da Plastisac per un uso più consapevole degli imballaggi in plastica, o sulle soluzioni di packaging da plastica post consumo, non esitare a contattarci!

Condividi su