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20 novembre 2024

Etichettatura ambientale imballaggi: tutto quello che c'è da sapere

Che cosa prevede il regolamento sull’etichettatura ambientale entrato in vigore nel 2023

Ne abbiamo parlato diverse volte nel corso degli anni, dal momento che il Regolamento sull’Etichettatura Ambientale ha avuto un iter travagliato, lungo e con frequenti rinvii e proroghe.
Dal 1° gennaio 2023 l’obbligo di etichettatura ambientale degli imballaggi immessi al consumo è “finalmente” entrato in vigore. Una misura da tempo discussa e necessaria per un corretto smaltimento dei rifiuti, oltre che per il riuso e riciclo del packaging.

L’obiettivo prefissato è quello di migliorare la quantità e qualità della raccolta differenziata, che in Italia è ben direzionata ma ancora da implementare - oltre che di  consapevolezza da parte di tutti noi di un’economia circolare funzionante.


Esistente fin dal 1997, fino alla nuova normativa l’etichettatura ambientale era semplicemente volontaria. Il via libera all’implementazione della normativa, che era stata introdotta con il decreto legislativo 116 del 2020, è arrivato solo nel novembre 2022 con la pubblicazione del decreto n. 360 del 28 settembre 2022, che ha disposto l’adozione delle “Linee guida tecniche per l’etichettatura ambientale degli imballaggi”.


Vediamo insieme che cosa è cambiato con l’introduzione di questo obbligo il 1° gennaio 2023.

Cos’è l’etichettatura ambientale?

L’etichettatura ambientale è un sistema che fornisce le indicazioni per la corretta gestione degli imballaggi e dei prodotti - alimentari e non - al termine del loro utilizzo.
Soprattutto, serve a indicare l’impatto ambientale di un prodotto anche in relazione alla gestione di rifiuti, salute e sicurezza. A partire dal 1° gennaio 2023 tutti gli imballaggi immessi sul mercato e le merci imballate e commercializzate in Italia devono sottostare a quest’obbligo.

Cosa prevede la normativa sull’etichettatura ambientale degli imballaggi?

Tutti gli imballaggi presenti in commercio sul territorio nazionale devono avere il codice alfanumerico identificativo del materiale utilizzato, così da uniformarsi alla Decisione 129/1997/CE della Commissione europea. Nel caso in cui gli imballaggi fossero destinati all’uso domestico, devono anche contenere le indicazioni per smaltirlo correttamente nella raccolta differenziata.

Come riporta CONAI, il Consorzio Nazionale Imballaggi, le informazioni obbligatorie che devono essere apposte sugli imballaggi rivolti al consumatore finale sono:

  • il codice del materiale: un codice alfanumerico che indica il tipo di materiale che compone l’imballaggio;
  • l’indicazione per la raccolta: spiega dove conferire l’imballaggio (es. raccolta carta, raccolta plastica, raccolta metallo) con l’invito a verificare le disposizioni del proprio Comune.

A queste possono essere aggiunte altre informazioni che sono facoltative, ma naturalmente consigliate, come:

  • la tipologia di imballaggio: ad esempio, bottiglia, tappo, vaschetta, scatola…);
  • suggerimenti per una migliore e più efficiente raccolta differenziata, come schiacciare l’imballaggio per il verso lungo, sciacquare la confezione prima di gettarla, oppure rimuovere l’etichetta.

Nel caso di packaging multicomponente, si devono distinguere le componenti non separabili manualmente da quelle che, invece, possono essere separate.  Per ciascuna di queste bisogna segnalare il codice del materiale di composizione e le modalità di raccolta differenziata. Se invece gli imballaggi sono indirizzati al settore industriale o commerciale, questi possono omettere le informazioni sulla modalità di raccolta, ma devono egualmente riportare la codifica alfanumerica del materiale in uso.


A partire dal 1° gennaio 2023 l’obbligo di etichettatura ambientale ha riguardato i nuovi imballaggi immessi al consumo, mentre per quelli che erano già stati prodotti - e di conseguenza, più facilmente non conformi alla norma - è stata resa possibile la vendita fino ad esaurimento scorte.


Come comunicare le informazioni?
Naturalmente, queste possono essere stampate sull’imballaggio. Ma non solo: le etichette possono essere lette anche:

  • scansionando un QR code stampato su di esso;
  • tramite apposite app;
  • visitando siti web segnalati.

In ogni caso, le informazioni possono essere riportate sulle singole componenti separabili oppure sul corpo principale dell’imballaggio, o ancora sulla componente che riporta già l’etichetta e rende più facilmente leggibile l’informazione da parte del consumatore finale. 

Quali soggetti devono applicare la normativa?

L’Articolo 219, Comma 5, del D.lgs. 152/2006 (Testo Unico Ambientale) prevede che siano i produttori stessi a indicare la natura dei materiali di imballaggio.
Lo stesso comma prevede genericamente che “tutti gli imballaggi devono essere opportunamente etichettati secondo le modalità stabilite dalle norme tecniche UNI applicabili e in conformità alle determinazioni adottate dalla Commissione dell’Unione europea, per facilitare la raccolta, il riutilizzo, il recupero e il riciclaggio degli imballaggi, nonché per dare una corretta informazione ai consumatori sulle destinazioni finali degli imballaggi”.


Secondo questa circolare, oltre ai produttori degli imballaggi (coloro che fabbricano imballaggi e li immettono nel mercato) sono coinvolti anche altri soggetti della filiera. Ad esempio, i distributori, coloro che acquistano imballaggi dai produttori e li rivendono ad altri soggetti terzi. Questi sono tenuti a verificare che gli imballaggi rispettino le disposizioni di etichettatura prima di metterli in commercio.

L’impegno di Plastisac al fianco dei propri clienti e partner

Plastisac si impegna attivamente nel promuovere il riciclo e la riduzione dei rifiuti di imballaggi in plastica attraverso una serie di iniziative e politiche aziendali, adottando approcci innovativi e sostenibili lungo l'intera catena produttiva. Naturalmente, è al fianco dei propri clienti nell’apposizione dell’etichettatura ambientale secondo tutte le disposizioni di legge. 


Per questo l’azienda si preoccupa di chiedere sempre la collaborazione dei clienti per definire, fin dalla fase di preventivo, la destinazione d'uso finale dei prodotti forniti, in modo da realizzare la corretta e opportuna etichettatura.


Oltre all’obbligatoria etichettatura ambientale, Plastisac si occupa anche di diversi altri sistemi di personalizzazione, come la stampa o applicazione di sistemi di tracciabilità. Questi sono sempre più richiesti all’interno di una filiera che mira alla sostenibilità e trasparenza globale dei processi di supply chain.

Per avere maggiori informazioni sull’etichettatura ambientale per imballaggi, e su come Plastisac può aiutarti a rispettare la nuova normativa, non esitare a contattarci.

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