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19 novembre 2024

Riciclo della plastica in Italia: dati, tendenze e nuove prospettive

Il quadro della situazione e le prospettive sul riciclo della plastica in Italia

Negli ultimi anni, il concetto di sostenibilità ha acquisito sempre maggiore importanza nel settore industriale e una particolare attenzione è stata rivolta, inutile negarlo, verso la produzione di plastica. Il polietilene, derivato dal petrolio, è stato spesso additato come fonte di inquinamento e consumo di risorse ambientali. Tuttavia, e ne abbiamo parlato spesso, non è tanto il materiale in sé, quanto l’uso che ne viene fatto - o l’abuso, come troppe volte accade. Il polietilene è infatti altamente riciclabile e, se adeguatamente raccolto e riciclato, consente di evitare di utilizzare e consumare nuove risorse.

Il polietilene riciclato è una risorsa fondamentale per ridurre l'impatto ambientale e i problemi legati allo smaltimento dei rifiuti plastici, promuovendo la transizione verso un’economia circolare, in cui i materiali vengano riutilizzati e riciclati in modo efficiente.


Ma perché questo accada, è necessaria da parte di noi tutti un’attenzione e una sensibilità particolare nell’effettuare con cura la raccolta differenziata. E, quindi, nel riciclare tutti i materiali, inclusa la plastica. Come sostiene COREPLA, “il primo passo per ridurre al minimo gli impatti ambientali generati dai rifiuti di imballaggio in plastica è rappresentato dalla prevenzione, ossia l’insieme di tutte le misure prese per evitare o ritardare la formazione di rifiuti e per utilizzare il minimo quantitativo possibile di materia nella produzione degli oggetti.”

La raccolta differenziata in Italia

Il corretto riciclo di materiali riciclabili è fondamentale per la costruzione di un futuro sostenibile e per un uso più consapevole e sano delle risorse del pianeta. 

In Italia sono stati raggiunti risultati significativi nel settore (pur con alcune disparità tra le varie regioni), evidenziando un ottimo contributo all’economia circolare. Lo provano i dati: come riportato dal Sole 24 Ore, l’Italia è sopra la media UE per riciclo dei rifiuti, speciali e urbani, con un 72% contro una media europea attorno al 58%.

Quanta plastica viene riciclata in Italia?

In Italia ci sono circa 5mila aziende che lavorano la plastica, con un indotto da 15 miliardi di euro l’anno e centinaia di migliaia di persone occupate. Il settore del riciclo, a sua volta, coinvolge oltre 350 aziende, inclusi raccoglitori e selezionatori di rifiuti e scarti industriali. Sono poi in costante crescita i produttori di materie prime secondarie, anche grazie al supporto dato dai fondi derivati dal PNRR.  

Corepla è il consorzio che raggruppa il maggior numero di soggetti e garantisce la maggior quota di riciclo in Italia. I dati ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sulla raccolta differenziata in Italia ci dicono che il Belpaese è secondo in Europa per milioni di tonnellate di plastica raccolte (1,7). Sono dati importanti, che riguardano la gestione post consumo; vanno però necessariamente confrontati con la produzione.

Nella penisola vengono trasformati circa 6 milioni di tonnellate di polimeri (per essere precisi, 5,8). Per quanto riguarda invece gli imballaggi – quelli che vengono poi raccolti e riciclati – immettiamo sul mercato circa 2,3 milioni di tonnellate. Queste sono utilizzate per realizzare una grande varietà di imballaggi: 

  • flessibili: film estensibile, pellicole, sacchetti, shopper, buste…
  • rigidi: bottiglie, flaconi, vaschette, barattoli…
  • imballaggi di protezione e trasporto come pallet, fusti, cassette, cestelli, secchi.

Secondo il Rapporto di Sostenibilità del CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi), nel 2022, sui 2,3 milioni di tonnellate di imballaggi immessi al consumo ne sono stati avviati a riciclo 1,26 milioni, ovvero il 55,6%. 

Nel 2023 la sola COREPLA “ha raccolto 1.160.730 tonnellate di imballaggi in plastica. Il dato relativo alle quantità raccolte in rapporto al numero di abitanti serviti nel 2023 ha raggiunto i 25 kg per abitante”.  Questo consorzio “nel corso del 2023 ha avviato a riciclo 741.041 tonnellate di rifiuti di imballaggi in plastica”, la maggior parte dei quali proviene dalla raccolta differenziata urbana. Un ottimo risultato, certamente.


L’obiettivo UE è di raggiungere il 55% entro il 2030; quindi l’abbiamo raggiunto? Dipende. Occorre infatti far notare che l’avvio a riciclo non è il riciclo.  Quello che entra nell’impianto è infatti sempre di più rispetto a quello che esce. Per questo l’Europa, con la nuova Direttiva sugli imballaggi, intende modificare i metodi di conteggio, tenendo conto solo dei rifiuti che entrano negli impianti per essere veramente riciclati in nuovi prodotti o sostanze, senza includere utilizzi diversi. Questo metodo comporterebbe, secondo l’ISPRA, un taglio dell’8% dei livelli di riciclo comunicati, portando l’Italia al 47%, quindi molto più distante dal target 2030. In ogni caso, è evidente, c’è ancora molto da fare. 

Dare nuova vita alla plastica: una missione di sostenibilità e buon senso

Riciclare la plastica è un gesto di buon senso, di responsabilità sociale, di attenzione all’ambiente e alle generazioni future. E anche economicamente intelligente. Il riciclo della plastica, grazie alle tecnologie di riciclo oggi a disposizione, permette di ottenere materia prima secondaria (MPS) con caratteristiche pressoché equivalenti al polimero vergine, anche se non perfettamente identiche.


Come riporta sempre COREPLA, “per fare in modo che si possano riciclare anche gli imballaggi che oggi sono destinati al recupero energetico (e, in minima percentuale a discarica) è indispensabile investire in Ricerca e Sviluppo”. Esistono due principali linee di intervento:

  • progettare e costruire imballaggi che possano essere riciclati con le tecnologie disponibili, quindi lavorare a monte del sistema produttivo per prevenire e predisporre imballaggi che siano già pensati per essere riciclati
  • ideare e rendere operative nuove tecniche di riciclo.

Senza dimenticare campagne di sensibilizzazione pubblica sull’importanza del riciclo e della raccolta differenziata e la predisposizione di adeguate strategie di raccolta e centri di smistamento / riciclo.


Ma cosa possiamo realizzare con la plastica riciclata? C’è veramente di che stupirsi: si può fare quasi di tutto. I campi di applicazione sono vari e dipendono dal tipo di polimero, dalle sue caratteristiche fisico-meccaniche e in alcuni casi dalle normative. Infatti, il riciclo dei polimeri è in genere “aperto”: solo in alcuni casi riproduce il manufatto originale, più spesso si realizza qualcosa di diverso.


Per citare solo alcune curiosità:

  • con 1 vaschetta del gelato si fa un cestino porta mollette
  • con 10 flaconi di plastica (HDPE) si fa la seduta di una sedia 
  • con 2 flaconi di plastica (HDPE) si fa un frisbee
  • con 20 bottiglie di plastica (PET) si fa una coperta in pile
  • con 67 bottiglie (PET) si fa l’imbottitura di un piumino matrimoniale

In particolare, le materie prime secondarie a matrice poliolefinica (HDPE, LDPE e PP) trovano grande impiego in settori come edilizia, arredamento, automotive, agricoltura, imballaggi.

Le attività messe in pratica da Plastisac

Da sempre sensibile alle tematiche del riciclo e della sostenibilità, Plastisac si impegna nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni più green, affiancando all’offerta di imballaggi in polietilene realizzati con materia prima vergine, una vasta gamma di prodotti derivanti da polietilene post consumo. L'azienda ha consolidato infatti la propria partnership con un consorzio per la raccolta e la gestione degli imballaggi in polietilene su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di promuovere una raccolta efficace dei rifiuti e incentivare la creazione di filiere virtuose per il riciclo dei materiali plastici.


Tutti gli imballaggi prodotti da Plastisac con plastica post consumo vengono realizzati utilizzando granuli derivanti dal riciclo di imballaggi flessibili come sacchetti e buste, film da imballo e teli da copertura. In questo modo, per particolari tipologie di produzione compatibili con l’utilizzo di materiale riciclato, è possibile ridurre in modo notevole l'impatto ambientale dei prodotti forniti.


Ma c’è di più: Plastisac Green è una vera e propria vision volta alla creazione di un ecosistema aziendale più sostenibile, dal punto di vista sociale, ambientale, economico. L’azienda si impegna a promuove lo sviluppo di filiere virtuose nella gestione dei rifiuti da cui ricavare la materia prima necessaria per nuovi imballaggi. Riduce le emissioni di CO2, sfrutta energie rinnovabili nei processi di produzione e spinge verso la realizzazione di un sistema di economia circolare che non solo fonda le basi nel ridurre le emissioni dei processi produttivi, ma anche nell’ottimizzare la supply chain.

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