Corepla è il consorzio che raggruppa il maggior numero di soggetti e garantisce la maggior quota di riciclo in Italia. I dati ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sulla raccolta differenziata in Italia ci dicono che il Belpaese è secondo in Europa per milioni di tonnellate di plastica raccolte (1,7). Sono dati importanti, che riguardano la gestione post consumo; vanno però necessariamente confrontati con la produzione.
Nella penisola vengono trasformati circa 6 milioni di tonnellate di polimeri (per essere precisi, 5,8). Per quanto riguarda invece gli imballaggi – quelli che vengono poi raccolti e riciclati – immettiamo sul mercato circa 2,3 milioni di tonnellate. Queste sono utilizzate per realizzare una grande varietà di imballaggi:
- flessibili: film estensibile, pellicole, sacchetti, shopper, buste…
- rigidi: bottiglie, flaconi, vaschette, barattoli…
- imballaggi di protezione e trasporto come pallet, fusti, cassette, cestelli, secchi.
Secondo il Rapporto di Sostenibilità del CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi), nel 2022, sui 2,3 milioni di tonnellate di imballaggi immessi al consumo ne sono stati avviati a riciclo 1,26 milioni, ovvero il 55,6%.
Nel 2023 la sola COREPLA “ha raccolto 1.160.730 tonnellate di imballaggi in plastica. Il dato relativo alle quantità raccolte in rapporto al numero di abitanti serviti nel 2023 ha raggiunto i 25 kg per abitante”. Questo consorzio “nel corso del 2023 ha avviato a riciclo 741.041 tonnellate di rifiuti di imballaggi in plastica”, la maggior parte dei quali proviene dalla raccolta differenziata urbana. Un ottimo risultato, certamente.
L’obiettivo UE è di raggiungere il 55% entro il 2030; quindi l’abbiamo raggiunto? Dipende. Occorre infatti far notare che l’avvio a riciclo non è il riciclo. Quello che entra nell’impianto è infatti sempre di più rispetto a quello che esce. Per questo l’Europa, con la nuova Direttiva sugli imballaggi, intende modificare i metodi di conteggio, tenendo conto solo dei rifiuti che entrano negli impianti per essere veramente riciclati in nuovi prodotti o sostanze, senza includere utilizzi diversi. Questo metodo comporterebbe, secondo l’ISPRA, un taglio dell’8% dei livelli di riciclo comunicati, portando l’Italia al 47%, quindi molto più distante dal target 2030. In ogni caso, è evidente, c’è ancora molto da fare.